26 agosto 2012

E' una vera e propria malattia. Viene dettagliatamente descritta in tutti i testi di patologia medica anche se non è stata ancora riconosciuta dal Servizio Sanitario Nazionale.
Il suo nome è "Libridine" e Libridinosi coloro che ne sono affetti.
Il sintomo è chiaro ed inequivocabile. Le persone colpite non riescono a resistere alla tentazione di entrare in un negozio di libri, si chiama libreria, anche se sono in terra straniera e conoscono malamente la lingua. Non riescono a stare lontano dalle bancarelle di libri usati e sono fortemente attratti dalle biblioteche.
Naturalmente io ne sono formalmente afflitto cronicamente.
Un pomeriggio, passando davanti ad una di queste librerie di un centro commerciale, entro dentro quasi senza accorgermene e preso in mano casualmente questo volume decido di comprarlo. Non so bene quale processo mentale e quale tortuoso sentiero di associazione di idee mi abbiano ispirato questo acquisto però prendo il portafoglio e pago. Non sono avvezzo ai furti anche se fortemente attratto dal possedere tutto quel ben di Dio e non potendo disporre di una sufficiente quantità di denaro. 
Si è rivelato un ottimo acquisto.
Quattro sfigati, i soli componenti di una setta satanica sconosciuta, uno scrittore border line fra il romanzo della vita da una parte ed un vuoto creativo incolmabile dall'altra, una cantante dal passato tossico e dal presente mistico e redento ed una festa tanto megalomane quanto improbabile, sono i protagonisti assoluti di questa storia dai tratti tristi e tragicomici. 
Il tentativo di portare alla ribalta dei media le gesta di questo gruppo di sfortunati satanici, di dargli visibilità e notorietà passa attraverso la volontà di uccidere in maniera clamorosa e violenta un personaggio famoso invitato  a questa festa; ma il piano messo in atto è assurdo ed improvvisato ed una serie di eventi catastrofici ne decide l'irrisolutezza.
Un finale a sorpresa rende giustizia a tutti, buoni e cattivi non modificandone l'originale identità.
Un finale che mi ha riportato alla mente un libro scritto da una mia amica, Marta Marconi, "Leggere paure", che consiglio vivamente a tutti di leggere.
Allora con fare maligno sono andato a vedere gli anni di pubblicazione. Sarebbe stato un vero scoop svelare che Ammaniti aveva copiato il romanzo dell'amica. Invece gli anni  corrispondevano perfettamente identici.
Questo a significare che il genio creativo non ha limiti di spazio e di tempo e può essere realmente ubiquitario.
Questo è il vero e sensazionale scoop.
Buona lettura a tutti.
Luca
Castelfiorentino 26 Agosto 2012

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