10 settembre 2012

Spesso e volentieri, durante le discussioni in famiglia o con gli amici, mi diverto a mettere in difficoltà gli altri quando, parlando di persone normali, di fatti normali o di comportamenti normali, chiedo quale è il loro concetto di "normalità". 
Spesso è una domanda che non trova risposte o almeno mette in seria difficoltà chi tenta di trovarle. Anche perchè, subito dopo la risposta, incalzo con " e questo dove lo troviamo scritto?". 
Questo libro o meglio questa lettera, parla di "pazzia" e di "colori". Ambientato in un piccolo paesino Belga dove vengono portati i matti e dati in affidamento alle famiglie del posto e dove è stata edificata una chiesa la cui Santa protettrice si dice faccia le grazie rinsavendo i devoti. Una "matta" del paese molto ben conosciuta, partorisce una figlia "normale" dopo un accoppiamento con uno sconosciuto ma per l'indifferenza degli abitanti la donna muore di parto e la bambina viene affidata ad una famiglia dello stesso paesino. Ben presto si intravedono le sue doti di preveggenza che di fatto salvano una nutrita schiera di minatori da uno scoppio sotterraneo salvando così anche il suo amato Icarus. Una epidemia però uccide i suoi genitori adottivi così che la bambina viene riaffidata ad una famiglia di persone "normali" le quali, per ricevere le sovvenzioni dello stato dichiarano, falsificando certificati, la sua "insanità" mentale. 
Ed è proprio in questa famiglia che conosce un certo Vincent, a cui è indirizzata questa sua lunga missiva di Teresa Senzasogni, così il nome di questa sfortunata ragazza. Vincent è un vagabondo malato di epilessia, un itinerante dell'intelletto e di dimora, di cui Teresa si innamora perdutamente fin dal primo sguardo o, ad essere sinceri fino in fondo, anche un pò prima, date le sue capacità premonitrici. In uno dei loro incontri, quello che decide le sorti della ragazza, lei gli predice il suo futuro. Un futuro fatto di colori su tele bianchissime, di pennellate, di paesaggi e di personaggi dipinti.
Loro due, perennemente immersi nelle campagne della Caldine, con girasoli, covoni di fieno, dolci colline e case lontane a fare da cornice in questi quadri in cui lei già ci si intravede. 
Una lettera straziante, un amore senza futuro, una diagnosi affrettata, una malattia senza scampo, un tempo ed un luogo fuori dall'immaginazione e dal pensabile
Un romanzo perfetto, pieno fino all'orlo di pura pazzia allo stato normale.
Buona lettura
Luca
Castelfiorentino 10 Settembre 2012


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