5 novembre 2012

Estranei anche a se stessi

Negare la fiducia a chi può salvarti

Ancora un'opera prima, ancora un esordiente, ancora una trama avvincente ed un finale amaro quanto il titolo.
Alice e Mattia paragonati a due numeri primi gemelli, cioè due numeri divisibili solo per uno e per se stessi, divisi solo da un numero, un unico e solitario numero che però non gli permetterà mai di essere veramente vicini, consecutivi e complementari. 
Alice e Mattia, due bambini dalle storie eccessivamente diverse che però li hanno portati ad una sola drammatica conseguenza: la solitudine.
Alice e Mattia accomunati da famiglie simili, egoiste, accusatorie, superficiali che, sicuramente non hanno aiutato quegli animi sensibili e fragili.
Alice anoressica per controbilanciare una deformità fisica causata da un incidente sciistico, Mattia autolesionista per essersi reso responsabile della scomparsa della sua sorella gemella autistica.
Alice e Mattia che si conoscono ad una festa di compleanno e che sarà l'inizio di una amicizia profonda, reale, che niente chiede e che tutto vorrebbe dare.
Ma quel senso di solitudine, di autocommiserazione fa si che tutte le volte che dovrebbero solo dire un semplice si, fare un semplice gesto di approvazione, li divide nuovamente, li allontana, li disperde in una indifferenza assolutamente disperata. 
Alice e Mattia, diventano due adulti che cercano loro malgrado di essere assorbiti da una normalità quotidiana, dal lavoro e da un amore sconosciuto verso persone assolutamente estranee che li fanno retrocedere sempre alla loro primordiale solitudine.
Anche la visione di quello che potrebbe fargli svoltare le loro vite viene taciuta all'altro in nome di un amore corrisposto che ambedue sanno non potrà mai sbocciare oppure nella fantasia di aver assorbito il male causato.
Un romanzo dei giorni nostri, dei nostri tempi, delle nostre malattie nascoste e dell'indifferenza che ci travolge.
Buona lettura
Luca
cinque novembre duemiladodici
  

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