31 dicembre 2012

...e che giallo!

...a proposito di debolezze dell'uomo

 Un giallo a tinte forti questo di Jo Nesbo, uno dei massimi esponenti del genere "crime" al mondo.
Un giovane detective della locale polizia norvegese, famoso per la risolutezza e per la violenza nelle indagini e ancor più noto per i suoi assidui contatti con i superalcolici, decide di dimettersi e di trasferirsi in oriente alla corte di una multinazionale del recupero crediti.
Dopo tre anni di lontananza, l'arresto in patria del figlio della sua ex convivente lo richiama nel suo paese.
Per lui era quasi un figlio e l'accusa di omicidio risuona strana nella sua memoria e nei suoi ricordi, di quasi padre, di quel giovane oramai maggiorenne.
Scopre così che il ragazzo tossidipendente e spacciatore era alle dipendenze di una organizzazione criminale con ramificazioni politiche inespugnabili.
La sua anima ed il suo DNA di poliziotto vero, lo porteranno
non solo a scagionare "il figlio" ma a continuare il lavoro nel tentativo di far saltare e di portare alla luce tutta la tresca ed i loro boss.
Questa sua attività, non richiesta ed extra range, lo porterà ad un finale clamoroso, amaro e malinconico come un vero Noire-Criminalpoliziesco.
Notevole l'architettura narrativa anche se non paragonabile a nostri connazionali, secondo me, molto più dotati.
Mi riferisco a due autori noire contemporanei: Faletti - con il suo "Io Uccido" - e Carrisi - con "Il suggeritore" e "Il tribunale delle anime" -
Esiste un altro autore emergente di narrativa "crime" di cui con pochi ne condivido le capacità e le potenzialità.
Sappiamo per certo di una sua prossima uscita e non mancherò di parlarvene su queste pagine non appena uscirà nelle librerie.
Ed è proprio a lui che voglio mandare un messaggio non criptato e poco subliminale:  Massimo, i noiristi aspettano solo te!! 
Buona lettura
Luca
Trentuno Dicembre Duemiladodici

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