Una lettura da grandi
Un paio di mesi fa, la mia bibliotecaria del cuore, in uno dei nostri dialoghi a distanza via web, visto che non sappiamo chattare, tweettare o messaggiarci, mi aveva proposto questa lettura, raccomandandomi di approcciarla con uno spirito particolare, diverso da come si può iniziare un romanzo. Mi aveva garantito che questa lettura le aveva cambiato la vita, mi disse proprio così: rivoluzionato la vita. Io le credetti e mi appuntai questo titolo e questa autrice in una delle mie cartelle sul desktop in cui mi memorizzo i libri da leggere consigliatimi dagli amici di lettura.
E' un libro "tosto", da leggere veramente con uno stato d'animo particolare ed esclusivamente votato ad una attenta riflessione. Ogni parola, ogni frase, ogni periodo è studiato nei minimi dettagli ed una architettura descrittiva così imponente è cosa assai rara nella letteratura moderna.
L'autrice ha fatto scrivere l'autobiografia all'Imperatore Adriano sotto forma di lettera inviata al suo futuro sostituto alla guida dell'Impero di Roma, MarcoAurelio
Ne esce una figura da rivalutare, un uomo di una grandezza straordinaria sotto la cui guida non si trovano tracce di guerra se non nell'ultimo anno per sedare una rivolta in terra ebraica. Tutta una vita a restaurare, costruire, edificare città e strade, edifici sacri e opere monumentali che i suoi predecessori avevano distrutto o si erano "dimenticati" di erigere. Una vita a trasformare una società basata sulle guerre, sulle disgrazie e sulle povertà in un popolo votato alla bellezza, al culto del magnifico, alla letteratura, alla giustizia ed all'equità di trattamento sociale.
Ci sono alcuni passaggi che mi hanno colpito più di altri, argomenti che mi hanno come ipnotizzato, non pensando che ci potesse essere già duemila anni fà circa, qualcuno che potesse insegnarci qualcosa sulla res-publica.
"Trahit sua quemque voluptas: ciascuno il suo fine, la sua ambizione....il mio era racchiuso in questa parola: il bello ....Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo".
Passaggio chiave della sua esistenza, votata esclusivamente alla trasformazione di tutto quello che lo circondava in qualcosa di bello, sublime, ipnotico.
Il secondo passaggio su cui mi sono soffermato a riflettere è quando parla di Sparta, dei suoi filosofi e del modus vivendi sognato e rincorso: Forza, Giustizia, Muse. "La forza sta alla base e senza il suo rigore non può esserci Bellezza e senza la sua stabilità non c'è Giustizia. Ma la Forza e la Giustizia sono solo srumenti in mano alle Muse: consentono di tener lontane le miserie e le violenze come offese al bel corpo dell'umanità".
Il terzo passaggio invece mi ha fatto sorridere e mi ha fatto pensare alla mia bibliotecaria del cuore ed al suo meraviglioso lavoro, quando definisce la biblioteca "Ospedale dell'Anima". Una dicitura perfetta da affiggere sul portone di legno all'entrata ed incisa su una lastra di marmo scuro e venato.
L'ultimo passaggio che mi ha lasciato senza parole è stato l'ultimo rigo del libro, quando dopo aver pensato seriamente al suicidio e di aver poi riposto l'idea in maniera definitiva, Adriano decide, dopo gli ultimi passaggi per la successione all'Impero, l'ultima sua azione di uomo senza paura. "Cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti".
In un mio post precedente avevo già detto che di libri così se ne può leggere uno ogni dieci, anche uno ogni quindici, per cui voglio dire alla mia amica, che sicuramente mi leggerà, di andarlo a consigliare a qualche politico, ora che siamo in vista delle tanto agognate elezioni e di pretenderne anche un bel riassunto in bella calligrafia. Perchè proprio per loro questo libro è stato scritto.
Buona lettura a tutti
Luca
Dieci Novembre Duemiladodici
L'autrice ha fatto scrivere l'autobiografia all'Imperatore Adriano sotto forma di lettera inviata al suo futuro sostituto alla guida dell'Impero di Roma, MarcoAurelio
Ne esce una figura da rivalutare, un uomo di una grandezza straordinaria sotto la cui guida non si trovano tracce di guerra se non nell'ultimo anno per sedare una rivolta in terra ebraica. Tutta una vita a restaurare, costruire, edificare città e strade, edifici sacri e opere monumentali che i suoi predecessori avevano distrutto o si erano "dimenticati" di erigere. Una vita a trasformare una società basata sulle guerre, sulle disgrazie e sulle povertà in un popolo votato alla bellezza, al culto del magnifico, alla letteratura, alla giustizia ed all'equità di trattamento sociale.
Ci sono alcuni passaggi che mi hanno colpito più di altri, argomenti che mi hanno come ipnotizzato, non pensando che ci potesse essere già duemila anni fà circa, qualcuno che potesse insegnarci qualcosa sulla res-publica.
"Trahit sua quemque voluptas: ciascuno il suo fine, la sua ambizione....il mio era racchiuso in questa parola: il bello ....Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo".
Passaggio chiave della sua esistenza, votata esclusivamente alla trasformazione di tutto quello che lo circondava in qualcosa di bello, sublime, ipnotico.
Il secondo passaggio su cui mi sono soffermato a riflettere è quando parla di Sparta, dei suoi filosofi e del modus vivendi sognato e rincorso: Forza, Giustizia, Muse. "La forza sta alla base e senza il suo rigore non può esserci Bellezza e senza la sua stabilità non c'è Giustizia. Ma la Forza e la Giustizia sono solo srumenti in mano alle Muse: consentono di tener lontane le miserie e le violenze come offese al bel corpo dell'umanità".
Il terzo passaggio invece mi ha fatto sorridere e mi ha fatto pensare alla mia bibliotecaria del cuore ed al suo meraviglioso lavoro, quando definisce la biblioteca "Ospedale dell'Anima". Una dicitura perfetta da affiggere sul portone di legno all'entrata ed incisa su una lastra di marmo scuro e venato.
L'ultimo passaggio che mi ha lasciato senza parole è stato l'ultimo rigo del libro, quando dopo aver pensato seriamente al suicidio e di aver poi riposto l'idea in maniera definitiva, Adriano decide, dopo gli ultimi passaggi per la successione all'Impero, l'ultima sua azione di uomo senza paura. "Cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti".
In un mio post precedente avevo già detto che di libri così se ne può leggere uno ogni dieci, anche uno ogni quindici, per cui voglio dire alla mia amica, che sicuramente mi leggerà, di andarlo a consigliare a qualche politico, ora che siamo in vista delle tanto agognate elezioni e di pretenderne anche un bel riassunto in bella calligrafia. Perchè proprio per loro questo libro è stato scritto.
Buona lettura a tutti
Luca
Dieci Novembre Duemiladodici
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