23 giugno 2013

Quando l'interruttore fa click...

Due storie, due anime, due finali

    Una vera e propria standing ovation, la mia, alla fine della lettura di questo fantastico romanzo d'esordio della scrittrice italiana dal nome lunghissimo.
    La storia di una bambina altoatesina in un paesino sperduto dove l'integrazione fra K (tedeschi) e V (italiani) è vissuta in modo difficile e a volte violento.
    La sua vita si intreccia con quella di altre tre bambine, tutte impegnate nel loro strano e assurdo gioco di amiche-nemiche, e con quella di suo padre, uomo scostante dal carattere chiuso e incline all'autoesclusione dalla sua stessa esistenza e da quella dei familiari.
    Esiste in ognuno di noi il momento in cui l'interruttore fa click, quel momento in cui da adolescente si passa direttamente nel mondo degli adulti, oppure da adulti ci si trasforma in una figura nichilista, annientandosi fisicamente e intellettualmente in una esistenza da "zero assoluto".
    E' quel momento in cui, la pressione sul pulsante, trasforma il mondo in "on" oppure "off". Il buio si trasforma in luce così che tutto ci appare nella dimensione reale e giusta, oppure la luce, già fioca per essere filtrata da maledette e fastidiose tapparelle, viene inghiottita in una tenebra assoluta.
    E la nostra scrittrice, prendendoci per mano, ci accompagna fisicamente in questi due passaggi difficili e impegnativi, spiegandoci perfettamente cosa succede nell'animo leggero di ognuno di noi quando avviene il passaggio, la migrazione, la trasformazione. Cosa mai facile e che lascia comunque sempre una traccia nel nostro hard disk interno, nonostante le formattazioni e le resettazioni.
    Avevo già trattato questo argomento in un precedente post e con un altro scrittore a cui vi rimando:  Eraldo Baldini  L'uomo nero e la bicicletta blu


Buona lettura

Ventitre Giugno Duemilatredici

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