31 luglio 2012

Zafon, un altro dei miei autori preferiti insieme a Vichi e alla fantastica Melania Mazzucco. Un autore capace di descriverti una scena oppure un particolare in maniera così precisa e minuziosa che a te sembra di essere nella stessa scena e ti sembra di osservare quel particolare nella sua perfetta forma.
Il prigioniero del cielo, ambientato nella Barcellona di una Spagna Franchista  alla fine degli anni cinquanta, riporta alla luce i ricordi, in via di estinzione, di Fermin, aiutante venditore nella più famosa libreria cittadina di proprietà della famiglia Sempere. Il tutto prende spunto da una visita improvvisa ed inopportuna di un suo vecchio e "caro" amico nella prigione "politica" da cui il libraio inserviente sembra essere fuggito. Prigione in cui Fermin troverà e conioscerà per la prima volta uno scrittore a lui da sempre gradito, Daniel Martin, la cui storia oscura e misteriosa, che nel libro viene solo sfiorata, è invece descritta in dettaglio in un altro libro di Zafon "Il gioco dell'angelo". Questa visita darà l'inizio al racconto di Fermin dei suoi ricordi al figlio del suo principale, Daniel, che è stato e rimarrà il suo migliore amico. Questi ricordi riporteranno a galla vecchi rancori rimasti a covare sotto la cenere dell'odio della famiglia dei Sempere e in un intreccio di colpi di scena continui e mozzafiato ci condurranno per mano fino alla parola fine, che non è un addio ma solo un arrivederci alla prossima puntata.
Questo romanzo si discosta di fatto dal suo genere letterario gotico, caro a Zafon. Genere che possiamo ritrovare negli altri due libri da me letti, Il gioco dell'angelo e Luci di Settembre, ma di fatto del primo è il suo continuo naturale. Potremo definirlo più naturale? Una scrittura semplice ma di grande effetto, che riporta alla luce la descrizione del "cimitero dei libri dimenticati", un posto incantato, misterioso, che solo pochi ne conoscono l'estatta ubicazione, solo pchi eletti ne hanno l'accesso e chi lo fa ha l'obbligo di portare via con se un libro che desidera non sia mai dimenticato. Una trovata geniale e di grande effetto scenico.
A voi la lettura.
Luca

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