2 agosto 2012

La bibliotecaria più brava al mondo, che è anche amica mia, questa volta mi ha suggerito l'ultima fatica di Marco Vichi. Forse perchè mi vuole preparare bene all'incontro di Ottobre con questo autore toscano alla biblioteca di Castelfiorentino?
Un libro che si legge d'un fiato, un libro che non necessita di segnalibro in quanto una volta iniziato non vorresti mai interromperlo, neanche per mangiare. Ti prende dall'inizio, ti cattura e ti porta in fondo in un baleno, senza accorgertene, in un finale amaro e sorprendente, un finale che non ha alternative.
Il tema è la vendetta, molto cara al Vichi, almeno nei romanzi del Commissario Bordelli, vedi anche  La forza del destino.
Un barbone, un senzatetto o come vengono chiamati negli ultimi tempi un clochard, con un futuro piene di speranze e di buoni propositi ma solo e purtroppo dietro le spalle, (soprav)vive ai margini di una grande città, emarginato e rifiutato da tutti. Dorme con un suo compagno di cartone sotto ad un ponte, insieme a topi scarafaggi e pidocchi e vagabonda di giorno alla ricerca di una sigaretta o di qualcuno che gli offra un bicchiere di vino. Per un puro caso viene a conoscenza che il suo migliore amico d'infanzia nonchè causa del suo attuale stato di degenza viene in quella città, dagli Stati Uniti, per tenere una conferenza sulla biogenetica. Di qui scattano nella sua mente due diversi ed opposti sentimenti. Uno che gli ricorda i bei momenti della gioventù passata ed i ricordi della sua promessa sposa e la vigliaccata del suo amico e dall'altra un sentimento di rivalsa ed appunto di vendetta. Una vendetta studiata nei minimi particolari e tesa ad incrinare per sempre l'aurea di rispettabilità di quel falso luminare. Un finale sorprendente ed amaro che lascerà ai lettori una profonda melanconia.
Buone ferie a tutti
Luca
Castelfiorentino 02 agosto 2012

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