9 ottobre 2012

...e che vendetta sia, fino in fondo...

...e che vendetta sia, fino in fondo...

Un thriller a tinte forti questo "Metodo del coccodrillo", condito da sani principi polizieschi ed arricchito con una spruzzata di noire, che non guasta mai.
La storia di un killer non professionista, amatoriale, alla sua prima esperienza in questa nuova veste di cacciatore di uomini, si intreccia con quella di un investigatore siciliano mandato in esilio, per leggerezza e superficialità nelle indagini, in una Napoli violenta e camorrista, silenziosa ed indifferente ai casi umani.
Il metodo del serial killer improvvisato è semplice. 
Studia con meticolosa precisione le sue vittime, e le aspetta fino a quando l'attimo preciso, immancabilmente, arriva alla sua portata.
L'unica traccia che lascia, l'unico indizio sulla scena del crimine e la sua particolare pazienza  gli porta l'appellativo di "coccodrillo".
La completa mancanza di nesso logico apparente fra le prime tre giovani vittime mette in crisi il sistema investigativo, il quale continua a battere la pista camorristica completamente estranea ai fatti. 
Solo l'intuizione brillante del Commissario in esilio Lojacono, che incuriosisce il titolare delle indagini la dottoressa Piras, dà una svolta decisa alle stagnanti investigazioni.
A questo punto il romanzo continua a due diverse velocità. Da una parte la corsa frenetica dei due poliziotti per fermare il prima possibile la mano cattiva del killer che non ha ancora concluso la sua corsa e dall'altra la lentezza del "coccodrillo" che ai suoi ritmi sta cercando di mettere la parola fine al suo progetto di morte.
Un finale mozzafiato ci fa chiudere la copertina con due lacrime leggere ad inumidire gli occhi spalancati.
Buona lettura
Luca
Nove Ottobre Duemiladodici

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