2 marzo 2013

Storia di ordinarie follie

Un giallo dipinto di nero con sfumature rosa schoking

Sono riuscito nell'impresa di leggerlo al secondo tentativo. Il primo infatti, dopo trenta pagine di nomi, situazioni, Paesi e città dai nomi impossibili, mi ha fatto desistere bollandolo come noioso, lento, aritmico, bradicardico e paucipnoico.
Avevo preso in giro anche un barista che lo stava leggendo con sua enorme soddisfazione e grandi risate. Mi garantì che dalle cinquanta pagine in poi avrebbe mostrato il meglio di sé, con una storia assai originale. 
Barney, ebreo canadese, decide di scrivere l'autobiografia per dare al mondo la sua versione dei fatti, per controbattere la tesi di un suo amico scrittore che in suo diario, dato alle stampe, lo accusa dell'assassinio di un loro amico comune. Barney che subisce un arresto, un processo ed una assoluzione piena non viene però creduto né dai commissari tanto meno dall'opinione pubblica. 
In questa divertentissima autobiografia racconta della sua vita dissoluta, delle sue sbornie, dei litigi e scazzottate ma soprattutto ci  descrive in maniera assai dettagliata i rapporti e gli intrecci avuti con le sue tre mogli, con i loro amanti  e dei relativi abbandoni.
Questo presunto assassinio non era stato mai provato per il semplice motivo che il cadavere dell'uomo non era mai stato trovato.
Solo nell'appendice del romanzo - e proprio nell'ultima pagina - scritto da uno dei suoi tre figli mentre Barney giace in un letto di un istituto di degenza senile, si svelerà l'arcano mistero.
Una vita vissuta all'estremo, border line, condita da un pizzico di fantasia e sempre contornata da donne bellissime, sempre disponibili e soprattutto sempre pronte al tradimento.
Una vita sempre in bilico tra arroganza e umiltà, disponibilità ed egoismo, apertura e introspezione, sagacia e ignoranza, inganni e fedeltà, bagordi alcolici e lunghe giornate in solitudine.
Battute folgoranti e graffianti come carta a vetro su una vernice nuovissima fanno da cornice a questo romanzo tutt'altro che noioso, come a dire che a volte l'incipit può trarre in inganno o che almeno tutto è relativo.

Buona lettura
 Teino's

Due Marzo Duemilatredici

                            http://www.youtube.com/watch?v=7oVzHm_S0-A
 

Nessun commento:

Posta un commento