Sopravvivenza
Non ricordo chi mi ha consigliato questo titolo o dove ho letto il suggerimento alla lettura ma da subito ho provato la curiosità di leggerne i capitoli.
Forse la copertina in bianco e nero, che da sempre ha verso di me un'attrazione fatale o forse il titolo, decisamente accattivante, non lo so.
La trama è decisamente semplice, decisamente complicato invece il contenuto.
Un uomo che ha perduto anni prima un figlio in circostanze ignote, decide di mettersi in cammino verso un "laggiù" dove è sicuro di riincontrarlo. Va dove le gambe lo portano, continuando a girare intorno alla sua città, giorno dopo giorno, notte dopo notte.
In questo suo peregrinare con destinazione ignota incontra altre persone
che nella sua stessa situazione di "orfani di figli" decidono di seguirlo. Fra questi una levatrice, un professore di matematica che esegue calcoli scrivendo sui muri delle case, una districatrice di reti da pesca, sempre aggrovigliata ed immersa, uno strano "centauro" metà uomo e metà scrivania, che riesce a capire le cose solo se le scrive. Tutti diretti verso quel posto segreto che limita l'esistenza dall'aldilà. Un viaggio corale descritto da uno "scriba delle cronache cittadine" anche lui sopravvissuto alla morte della figlia ma di cui non può parlarne con nessuno. In ultima fila è presente anche il Duca, l'accompagnatore spirituale, che ci ricorda vagamente una figura cristiana, anche lui testimone della morte del suo stesso sangue.
che nella sua stessa situazione di "orfani di figli" decidono di seguirlo. Fra questi una levatrice, un professore di matematica che esegue calcoli scrivendo sui muri delle case, una districatrice di reti da pesca, sempre aggrovigliata ed immersa, uno strano "centauro" metà uomo e metà scrivania, che riesce a capire le cose solo se le scrive. Tutti diretti verso quel posto segreto che limita l'esistenza dall'aldilà. Un viaggio corale descritto da uno "scriba delle cronache cittadine" anche lui sopravvissuto alla morte della figlia ma di cui non può parlarne con nessuno. In ultima fila è presente anche il Duca, l'accompagnatore spirituale, che ci ricorda vagamente una figura cristiana, anche lui testimone della morte del suo stesso sangue.
E arriveranno a quel limite, a quel muro di confine ed ognuno vedrà quello che c'è da vedere e capirà quello che c'è da capire.
Un coraggio da leoni quello dello scrittore, che usa una metrica narrativa decisamente innovativa e quello della casa editrice che lo pubblica nella sua collana di elite.
Coraggioso anche l'argomento trattato perchè solo chi ha provato un dolore così grande e ossessionante può riuscire a descriverne le conseguenze che porta sul corpo e nella mente.
Sopravvivere ai figli è la cosa più innaturale e distruttiva di questo mondo, qualunque ne sia stata la causa.
E' molto facile cadere nella retorica parlando di questi argomenti ed allora mi fermerò prima di abboccare nel fatale tranello non prima però di descrivere un paio di passaggi secondo me chiave.
" Un padre non sopravvivrà al figlio...anche nella scienza dell'ottica - Spinoza, lustratore di lenti - rinveniamo un'idea estremamente audace: alla vita del figlio non sarà mai concesso di trovarsi nell'universo ad una distanza tale che il padre non sia in grado di coglierlo interamente con un unico sguardo dal principio alla fine"
E ancora:
"...guardiamo la mosca, quasi fosse un'enigma, energica, piena di vita, di piacere, svolazza e si posa ancora...ma che faccia attenzione, si guardi da quello nella ragnatela, forse lui si sta preparando, ad un qualche appuntamento con la signora mosca?...No, stupida. La mosca ha toccato la ragnatela con la punta delle ali, è perduta..."
Buona lettura
Luca
Ventidue Dicembre Duemiladodici
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