Ricevo da un mio contatto questo contributo e volentieri lo pubblico per una vostra prossima lettura natalizia
Il viaggio della speranza
Rowan un bimbo autistico,Rupert un padre coraggioso, Kristen una mamma esemplare, Betsy una cavalla paziente.
Questi i protagonisti della storia vera e attuale raccontata in questo romanzo.
Due genitori scoprono che il loro figlio con quegli strani comportamenti è affetto da una malattia con uno strano nome:" disturbo pervasivo dello sviluppo", in una parola hanno un figlio autistico. Così ,dopo aver visto il rapporto simbiotico e pieno di amore di Rowan con Betsy,una cavalla marrone, docile e paziente,decidono di portare il piccolo in un lungo viaggio verso la Mongolia .
Il viaggio della loro speranza verso quel popolo delle renne , a contatto con tribù di sciamani che con riti antichissimi fanno vedere ai loro occhi una luce, un bagliore alla fine di un tunnel tragico e straziante.
Una luce, una schiarita che raforzerà la speranza di una guarigione.
In questo luogo di struggente bellezza Rowan trova il suo primo amico
Tomooe, un bambino coetaneo del posto, figlio della loro guida spirituale e da lì inizia il vero cammino della sua vita.
Tanti punti del libro mi hanno colpito ma una frase più delle altre....
"Vieni Betsy " disse Rowan battendo i talloni sui fianchi del cavallo. Lei partì al trotto leggero,diretta nella stalla. Mio figlio restò seduto in equilibrio.Si allontanava da me ,libero.
La speranza non va mai abbandonata ...
Speranza è una parola che noi tutti usiamo spesso ma poi rileghiamo in una piccola parte del cervello e la lasciamo lì...senza darle un aiuto, una spinta, un abbrivio per far si chè diventi effettiva, come se tutto dovesse arrivare dal cielo, tutto ci fosse dovuto.
Dovremmo metterle accanto una seconda parolina: "azione", insieme possono superare gli ostacoli che la vita, quotidianamente, ci mette davanti.
Vanna
Venti Dicembre Duemiladodici
Non posso non associare i riti sciamanici delle Mongolia a Nadia Stepanova Sciamana Buriata, ovvero proveniente dalla Buriazia, una repubblica della Siberia Meridionale che si estende a Nord della Mongolia.
RispondiEliminaLa cosa bella dello sciamanesimo e della Stepanova è il mantenimento e il recupero, laddove serve, delle proprie radici tradizionali. Ogni popolo ha le sue, loro le hanno mantenute noi, in occidente, le abbiamo perse.
http://legger.altervista.org/wp-content/uploads/2012/01/testo-introduttivo-Maria-Pia-Minotti1.pdf
http://legger.altervista.org/wp-content/uploads/2012/01/sciamanesimo-approfondimento-Stepanova1.pdf