27 dicembre 2012

 

Ricevo da una "collega" e generosamente pubblico 

 

 

La mandorla più bella del mondo

Nell’antica civiltà araba, lontana da dogmi religiosi, godere e procurare godimento era un dovere del credente. Questo riscopre Badra, dopo essere fuggita da casa, da un paesino dell’entroterra marocchino, e dalle umiliazioni costretta a subire per la mancata gravidanza. Una fuga meditata per cinque lunghi anni, dopo essere stata data in sposa ad un uomo più vecchio di lei, un ricco e rispettabile notaio di quaranta anni, quando lei invece ne aveva solamente diciassette e gli unici valori che le venivano riconosciuti erano la sua verginità e la sua capacità riproduttiva.
A Tangeri Badra scopre, la libertà, la libertà di essere se stessa, di amare e di provare piacere. Il riscatto però viene dalla parola scritta. Badra inizia a scrivere la propria storia, crede nella letteratura come arma fatale, capace di riconnettere i fili spezzati tra il corpo e l’anima, tra un individuo e l’altro, tra le donne e il sesso, tra l’amore e il piacere erotico loro negato da una tradizione integralista. La scrittura le dà la libertà di riconciliarsi con se stessa,

ripercorrere le fasi della sua vita. di rompere i lacci che la tenevano segregata in uno stato di inconsapevolezza di sé e di alienazione dal suo corpo e dalle sue emozioni.
Dal desiderio che nella vagina le crescessero dei rovi così che il marito “si sarebbe scorticato l’attrezzo, e avrebbe smesso di entrarci”, dal suo proposito, la prima notte di nozze di “restare immobile. Non gemere. Non vomitare. Non provare niente. Morire”, a Tangeri, Badra inizia la sua vera educazione sentimentale ed erotica. Qui impara ad avere cura della sua mandorla, così che il proprio uomo “deve desiderare di piantarci dentro i denti, prima di infilarci qualcos’altro”, come le dice la zia Selma nel bagno turco.
Stufa di essere sottomessa al suo sposo al quale non era riuscita di dare un figlio, e intollerante del libertinismo più sfrenato di Driss, l’amante infedele che ama alla follia, la protagonista si darà alla vita più dissoluta come atto di ribellione.
Badra, denunciando l’egoismo degli uomini, si fa così portavoce di tante donne arabe e dell’autrice stessa, che protetta dall’anonimato, ha deciso di violare il silenzio sulla vita matrimoniale e sessuale delle donne arabe attraverso un racconto erotico che è soprattutto un coraggioso atto politico.
Certaldo, 23 dicembre 2012
© Marzia Pasticcini

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