- No, no, non se ne parla nemmeno. Urlava Bobby ad una ragazza oramai
rassegnata a quell'attacco di violenza.
Bobby era un ragazzone appena ventenne, spalle larghe, capelli corti e a
spazzola tenuti in piedi da una spalmata generosa di gel. Vestito elegante con
giubbotto corto sopra un paio di jeans stretti e avvolto da una morbida sciarpa
chiara, era il tipico bravo ragazzo che andava di moda tra le teenager del
posto.
Due lacrime solcarono il viso di Loan che in silenzio ascoltava le urla
laceranti di Bobby. Teneva le braccia lungo in corpo in segno di una resa
all'ultimo stadio.
- Ti ho detto di no e no rimane per sempre. Teneva il tono alto e deciso
mentre si allontanava camminando lentamente all'indietro e tenendo il dito
puntato come una minaccia.
Bobby si girò dandole le spalle ed iniziò ad allontanarsi.
- Lo vuoi capire che non voglio? Disse girandosi ancora in un ultimo
tentativo di spiegare le sue ragioni.
Bobby camminava sempre più velocemente, era terrorizzato, deluso,
impaurito. Iniziò a correre quasi senza volere da quel posto che era stato per
lui e per molti amici il ritrovo serale per anni. Non c'era anima viva in giro,
non passava nessuno, né una macchina, né un passante, né un motorino. Deserto
completo.
Bobby non si era accorto che aveva cominciato a piangere, correva e
piangeva allontanandosi ancora dalla città.
Riuscì a fermarsi lungo una strada sterrata vicino ad un vecchio lavatoio ristrutturato. Si tolse la sciarpa,
si sbottonò il giubbotto si asciugò le lacrime e come in un flashback si rivide
nel bar con gli amici, ad una festa di compleanno.
Tutti ridevano e scherzavano, alcuni giocavano a
carte, altri bevevano e mangiavano tartine messe su un tavolo a parte, mentre
lei, Loan, rimaneva in disparte,
pensando ai fatti suoi, triste e solitaria. Quasi come se gli altri la
ignorassero.
Si guardarono negli occhi un attimo. Era fantastica.
Bobby ritornò al presente, si asciugò ancora il sudore, si girò di spalle
e lo vide mentre lentamente avanzava verso di lui. Era completamente vestito di
nero. Pantaloni neri, scarpe nere, una felpa nera con il cappuccio nero tirato
sulla testa. Non riusciva a distinguere la faccia, tantomeno i lineamenti.
Una paura terribile lo assalì. Lanciò lontano la sciarpa e riprese a
correre, forte, sempre più forte, lungo quella strada che si snodava curva dopo
curva in quella campagna brulla.
La figura era sempre lì, dietro di
lui. Camminava lentamente ma riusciva lo stesso a tenergli il passo.
Si ritrovò in un boschetto, abbastanza folto, con sentieri che si
incrociavano e che si perdevano fra alberi fitti e cespugli intrigati.
Nessuno lo stava seguendo. Si appoggiò ad un albero e il ricordo lo
riportò al suo primo bacio…
quella sera, alla fine della festa di compleanno con
Loan. Una faccia semplice, acqua e sapone, poco trucco ma con due occhi azzurri
color mare di Taranto, dove perdersi in maniera incontrollata.
Un leggero fruscio lo riportò alla realtà. Quella nera figura si
materializzò dietro ad un sentiero e lentamente lo stava raggiungendo.
Bobby che intanto si era tolto il giubbotto lo lanciò lontano e iniziò di
nuovo a correre; forte, sempre più forte. Il sudore rigava continuamente la
faccia e si miscelava in una soluzione appiccicosa alle lacrime che salmastrose
scendevano dagli occhi oramai arrossati.
La nera figura continuava a tenergli il passo, non gli dava tregua.
Sembrava che lo facesse allontanare apposta per dargli il tempo di
ricordare e poi nel momento più bello riappariva, costantemente, puntualmente
per riportarlo alla realtà. Una realtà di braccato, di ricercato e lui, quella
nera figura era il suo carnefice.
Arrivò in cima ad una collina ma scendendo inciampò e inizio a rotolare,
cercava di alzarsi ma continuava a inciampare e a ricadere.
Sporco e terroso, ai piedi della collina alzò lo sguardo alla cima e la nera figura lentamente apparve. Si fermò
un attimo e gli diede il tempo di ritornare ancora una volta indietro nel
tempo.
Si rivide teneramente abbracciato a Loan mentre abbracciati
percorrevano un piccolo sentiero di campagna. Stavano cercando un punto di
intimità. Lo trovarono. Distesero la coperta che avevano portato dentro ad un
sacco e ci si distesero sopra a farsi le coccole.
- Cosa vuoi da me? Urlò Bobby alla
figura nera, ferma in cima alla collina. - Vattene, lasciami in pace.
La figura nera cominciò a camminare, lentamente, inesorabilmente verso
Bobby.
Lui si alzò di nuovo, si strappò la camicia la lanciò per terra e
cominciò a correre. Zoppicava vistosamente, malediva quell'uomo mascherato che
lo seguiva mentre ripercorreva a ritroso la strada sterrata di poco tempo
prima.
L'uomo nero non lo mollava un istante. Rientrato in città, ancora deserta
ripercorse a ritroso la strada fino al bar del primo incontro con Loan. Era
riuscito a seminare la nera figura e stanchissimo si accasciò in una sedia e si
lasciò andare sfinito all'ultimo flashback.
Loan era davanti a lui, raggiante ma un po'
preoccupata.
- Sono incinta Bobby.
Lo stupore e
la rabbia lo pervase lentamente ma inesorabilmente, le labbra si stringevano
come a frenare una violenza che stava sbottando.
- Io il
figlio non lo voglio, ho da studiare ho gli amici e nessuna voglia di
rinchiudermi in casa come i miei vecchi.
- Io non
voglio abortire, io lo voglio... è nostro figlio Bobby.
- No, no,
non se ne parla nemmeno. Urlava Bobby alla ragazza oramai rassegnata a
quell'attacco di violenza.
- Ti ho detto di no e no rimane per sempre.
Teneva il tono alto e deciso mentre si allontanava camminando lentamente all'indietro
e tenendo il dito puntato come una minaccia.
Bobby si girò dandole le spalle ed iniziò ad
allontanarsi.
- Lo vuoi
capire che non voglio? Disse girandosi ancora in un ultimo tentativo di spiegare
le sue ragioni.
Bobby
camminava sempre più velocemente, era terrorizzato, deluso, impaurito. Iniziò a
correre quasi senza volere da quel posto che era stato per lui e per molti
amici il ritrovo serale per anni. Non c'era anima viva in giro, non passava
nessuno, né una macchina, né un passante, né un motorino. Deserto completo.
Bobby non
si era accorto che aveva cominciato a piangere, correva e piangeva
allontanandosi ancora da quel luogo e arrivò alla sua abitazione.
Stravolto
si appoggiò al portone di casa dopo aver dato tre mandate di chiusura; stava
ancora piangendo appoggiato al portone quando sentì bussare. Dallo spioncino
vide la nera figura che stava aspettando.
Sentì un
giocattolo suonare e si voltò di scatto verso la camera.
Il
tintinnio del giocattolo lo aveva svegliato. Ora stava seduto sul letto e
lentamente si girò verso la culla che si muoveva in maniera appena
percettibile..
Si avvicinò al lettino; Ricky il suo
bambino era sveglio e stava sgambettando in attesa di essere preso in collo.
La sveglia dava le quattro e un quarto.
Prese il
bambino in collo e, senza svegliare Loan che sotto le coperte continuava a
dormire, lo portò in salotto sul divano. Si distese e se lo mise sulla pancia
per giocarci un po.
Sulla soglia della porta apparve la nera
figura; lo stava guardando.
Se ne accorse. Impaurito guardò il bimbo,
poi la nera figura. Era smarrito, impaurito.
La nera figura si girò lentamente con un
sorriso soddisfatto, sparì dalla porta e si allontanò sullo stesso sentiero
sterrato, dove pochi minuti aveva seguito Bobby.
Percorse
la strada, curva dopo curva, fino a che sparì completamente alla vista.
(by teino)
http://www.youtube.com/watch?v=TpOIzOBgr0E
Nessun commento:
Posta un commento