17 febbraio 2013

Quattro amici al bar della vita!!!

Il romanzo di un insegnante di scrittura creativa

   Un incipit non irresistibile ed uno svolgimento a dir poco improbabile questa "simmetria israeliana" dell'autore Eshkol Nevo, più vicino, secondo me, ad un modello di vita arabo piuttosto che europeo.
   Le prime trecento pagine su trecentocinquanta scorrono lentamente e quasi noiosamente nella descrizione quasi maniacale di un'amicizia fra quattro ragazzi, filo-palestinesi, non ancora trentenni, della loro vita, dei loro lavori e dei loro intrecci amorosi.
   L'anonimicità si può ricavare anche dal numero di "becchi" che si possono trovare nelle pagine del libro e che sono indice di una quantità impressionante di interruzioni nella lettura che i miei predecessori hanno avuto nella lettura. Una pratica questa che io ritengo assai maleducata ed irrispettosa nei confronti della biblioteca che ha prestato il libro, dell'autore che comunque vada ha faticato parecchio per scriverlo correggerlo e pubblicarlo e soprattutto nei confronti del libro.
   L'autore descrive i loro amori e i loro tradimenti prendendo spunto da un'idea che uno di loro ha, quando insieme guardano la finale dei mondiali di calcio del 1998. L'idea è quella di scrivere, ognuno per proprio conto, su un pezzo di carta tre desideri, tre sogni che loro si impegnano a realizzare nei quattro anni successivi e che saranno svelati e criticati alla finale prossima, quella del 2002. Il tutto si snoda tra fatti improbabili e curiosi per la nostra società e per il nostro modo di vivere fino alle ultime pagine, quando un colpo di scena e una genialità improvvise, riaccendono la mia passionalità e curiosità per un finale estremamente triste e doloroso.
Nelle ultime sessanta pagine non ci sono infatti fastidiose "orecchie" nelle pagine, se non nelle ultime sei o sette; segno evidente che il lettore, arrivato d'un fiato all'epilogo finale, tira il fiato prendendosi il tempo di riflettere e per arrivare lucido ad una fine decisamente malinconica e riflessiva. 
   Ometto a stento la narrazione del finale di una bellezza rara ed elegante.
Curiosa la parte che parla della scrittura di un romanzo, della scrittura di getto, della scrittura e della lettura in gruppo, della correzione e dell'editing; mi ci sono rivisto ed è stato come un refrain, un film già visto che mi ha emozionato e creato attimi di pura nostalgia.

Buona lettura

Luca

Diciassette Febbraio Duemiladodici


  http://www.youtube.com/watch?v=HtK5xRIp1Rc

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