C'è sempre una prima volta
"Non leggerò mai un e-book" mi ero sempre detto, troppo bello sfogliare le pagine di carta e accorgersi di girarne una di troppo sempre sul più bello.
Troppo forte l'odore di cellulosa che sale dai fogli stampati di fresco.
Bellissimo leggere libri già letti centinaia di volte da persone sconosciute e che lasciano segni indelebili al loro passaggio.
Questa volta però mi sono come autoviolentato e ho deciso di leggere questo file, questo romanzo giallo che un amico mi ha suggerito sottovoce.
Sono andato sul sito di Amazon e pagando una cifra irrisoria mi sono aggiudicato la possibilità di scaricare nella mia biblioteca telematica e completamente vuota questo romanzo di Dimitri Sodi Pallares, un esordiente.
L'incipit mi ha assolutamente coinvolto e in un paio di sere me lo sono praticamente bevuto. L'ispettore Rivolta, che mi ricorda vagamente Bordelli di un toscano verace Marco Vichi, viene coinvolto da una sua ex fiamma a indagare sulla scomparsa del suo attuale ragazzo, un somelier di una famosa casa vinicola lombarda. Il ruspante Ispettore mette in atto tutta la sua perspicacia e intuizione per arrivare a capo e a sgominare una pericolosa organizzazione di narcotraffico.
Un esordio quello di Dimitri che lascia spiazzati, quasi attoniti, per la bravura di descrivere i personaggi, le situazioni e soprattutto per la capacità di disegnare gli stati d'animo e i travagli interiori dei protagonisti e dei loro fidi.
In molti tratti è possibile leggere una ironia spassosa, una autobiografia disarmante e la descrizione perfetta della nostra amara Società.
Voglio dare senza mezzi termini il massimo dei voti senza però nascondere alcune perplessità.
L'uso eccessivo, e a volte inspiegabile, delle parentesi rallenta una lettura agevole e spassosa che, al contrario, diventerebbe eccelsa e direi perfetta.
Ogni Ispettore che si rispetti porta con sé un travaglio interiore, una moglie fedifraga, una separazione violenta, una morte inaspettata. Quella di Rivolta, che nelle righe si percepisce, non viene trattata come si deve o come dovrebbe avere il diritto di essere spiegata. Al lettore il conflitto interno piace, ci si immedesima, gli ricorda qualcosa di già visto e vissuto e lo vuole rivivere con il massimo del patos.
Lo scrittore mi perdonerà l'ardire ma lo rassicuro sulla mia totale buonafede e nella speranza di poterlo un giorno abbracciare lo saluto cordialmente:
AUGH GRANDE VET.
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Luca
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