28 luglio 2012


L'Orterotico
Arrivammo in cima al paese vecchio con passo svelto ed il fiato corto, mi ricordo che era notte fonda ed i lampioni erano leggermente illuminati a festa.
I nostri passi oramai pesanti rimbombavano fra quelle mura antiche ristrutturate di fresco, come se nulla negli ultimi cinquecento anni fosse successo.
Le nostre scarpe camminavano sullo stesso pavè, che anni prima avevano visto le suole di personaggi molto più famosi di noi, soprattutto di quelle del nostro amico Giovanni B. il cui cognome oramai significa atteggiamenti non proprio consoni ad una etichetta moralista e perbenista. Il suo cognome significa ai nostri tempi trasgressione, soprattutto sotto le lenzuola.
Arrivammo al portone del suo giardino ed entrammo. Era bastato una buona mancia al guardiano per farsela trovare accostata, con la promessa che una volta entrati l'avremmo richiusa. E così facemmo. Volevamo avere la conferma di quel che si diceva in giro e appurare se non fosse solo una leggenda metropolitana che da anni circolava nel paese alto. La leggenda vuole che chiunque entri di notte nel giardino di Giovanni B. viene avvolto da una aurea erotico sessuale pazzesca e che se ben accompagnato possa godere di una serata indimenticabile all'insegna di un sesso sfrenato.
Il suo orto, così lui lo chiamava, era tenuto benissimo, l'erba tagliata di recente, gli alberi magistralmente potati, le aiuole tenute da professionisti.
Ci distendemmo su uno spiazzo erboso e cullati da un quarto di luna incorniciato da una milionata di stelle a tappezzare l'infinito ci abbracciammo e ci baciammo a lungo. Le labbra incollate a mescolar saliva, gli occhi chiusi a contemplare l'amore che ci pervadeva e con le mani a frugare nell'intimità perchè niente di nostro fosse privato ma tutto in comune, ci godemmo una serata all'insegna dell'estrogeno e del testosterone. La leggenda era sfatata, era pura realtà.
Uscimmo alcune ore dopo, quando l'alba stava diluendo il buio della notte mano nella mano.
Proprio come ora, mano nella mano mentre ricordiamo quei momenti indimenticabili e lontani, ma tatuati sulla pelle e sulle rughe, mentre da soli percorriamo i sentieri tortuosi della vita.

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