L'Orterotico
Arrivammo
in cima al paese vecchio con passo svelto ed il fiato corto, mi
ricordo che era notte fonda ed i lampioni erano leggermente
illuminati a festa.
I
nostri passi oramai pesanti rimbombavano fra quelle mura antiche
ristrutturate di fresco, come se nulla negli ultimi cinquecento anni
fosse successo.
Le
nostre scarpe camminavano sullo stesso pavè, che anni prima
avevano visto le suole di personaggi molto più famosi di noi,
soprattutto di quelle del nostro amico Giovanni B. il cui cognome
oramai significa atteggiamenti non proprio consoni ad una etichetta
moralista e perbenista. Il suo cognome significa ai nostri tempi
trasgressione, soprattutto sotto le lenzuola.
Arrivammo
al portone del suo giardino ed entrammo. Era bastato una buona mancia
al guardiano per farsela trovare accostata, con la promessa che una
volta entrati l'avremmo richiusa. E così facemmo. Volevamo
avere la conferma di quel che si diceva in giro e appurare se non
fosse solo una leggenda metropolitana che da anni circolava nel paese
alto. La leggenda vuole che chiunque entri di notte nel giardino di
Giovanni B. viene avvolto da una aurea erotico sessuale pazzesca e
che se ben accompagnato possa godere di una serata indimenticabile
all'insegna di un sesso sfrenato.
Il
suo orto, così lui lo chiamava, era tenuto benissimo, l'erba
tagliata di recente, gli alberi magistralmente potati, le aiuole
tenute da professionisti.
Ci
distendemmo su uno spiazzo erboso e cullati da un quarto di luna
incorniciato da una milionata di stelle a tappezzare l'infinito ci
abbracciammo e ci baciammo a lungo. Le labbra incollate a mescolar
saliva, gli occhi chiusi a contemplare l'amore che ci pervadeva e con
le mani a frugare nell'intimità perchè niente di nostro
fosse privato ma tutto in comune, ci godemmo una serata all'insegna
dell'estrogeno e del testosterone. La leggenda era sfatata, era pura
realtà.
Uscimmo
alcune ore dopo, quando l'alba stava diluendo il buio della notte
mano nella mano.
Proprio
come ora, mano nella mano mentre ricordiamo quei momenti
indimenticabili e lontani, ma tatuati sulla pelle e sulle rughe,
mentre da soli percorriamo i sentieri tortuosi della vita.
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