28 luglio 2012


Ricordi

....mi ricordo quando ero ragazza...ai miei tempi i miei compagni...
Avrei tanto voluto cominciare così a raccontare i miei ricordi, le mie memorie, ai miei figli, ai miei nipoti, a qualcuno che mi sarebbe sopravvissuto, e invece niente.
I miei ricordi, le mie memorie si sono sciolte, evaporate, disperse, trasformate in “non ricordi”. I dottori le chiamano amnesie io invece preferisco chiamarle con la loro negazione, i “non ricordi”.
Nacqui all'età di ventisette anni, quando, dopo il passaggio basso di un aereo alleato, avvisati in ritardo da quelle sirene acute e questa volta inutili, un boato enorme rimbombò fra le mura della mia casa e la fece crollare, seguito da una luce abbagliante, forte, opaca, fosforescente dal vago retrogusto amaro di piombo e di polvere che impasta la bocca e soffoca il respiro.
Quel momento divise la mia vita in un prima e in un dopo.
In un prima, di cui la gente mi parla, mi racconta di come ero stata figlia e sorella, mi parla e mi racconta di come ero stata fidanzata prima e poi moglie e mamma. Mi parlano di quanto tempo ci volle per tirarmi fuori da quelle macerie e di come mi ritrovarono in quella nicchia fatta di mattoni e di calcina, salvata da due robuste travi di legno strappato alla foresta, ma non per questo più astiose e meno protettive nei confronti dell'uomo.
Gente che parla e racconta di quelle ore, giorni e settimane in quell'ospedale freddo, quella stanza fredda, illuminata da quel neon freddo e quella macchina fredda pure lei con quel bip bip bip, noioso, ripetitivo ma così rassicurante.
La mia vita è fatta anche di un dopo, perennemente attaccata a questo ombelico falso, arrugginito, fastidioso che mi tiene attaccata ad un mondo che non mi appartiene, ad un mondo di cui io non faccio più parte, un mondo in cui non mi riconosco oramai più .
Un ombelico che comunque mi fa sopravvivere in un mondo in cui c'è gente che mi parla, mi racconta.....

Nessun commento:

Posta un commento