28 luglio 2012


Un libro mai scritto

Difficile scrivere – o buttare giù due righe come si dice nell'epoca moderna - la propria opinione su un libro che non ci è piaciuto oppure di cui non condividiamo i contenuti o a maggior ragione se scritto in un italiano troppo forbito e difficilmente comprensibile.
Altrettanto difficile scrivere a proposito di un libro che non abbiamo letto e che sicuramente non leggeremo mai, vuoi perchè l'autore non ci è mai piaciuto oppure per quel titolo così poco originale e che non suscita nessuna curiosità o addirittura perchè la copertina così anonima e triste non accende in noi nessun entusiasmo.
Ma cosa veramente impossibile è scrivere qualcosa su un libro che non è stato ancora pubblicato o meglio ancora, non è stato ancora scritto. Nessuno conosce il titolo e nessuno ha mai visto la copertina per il semplice motivo che questo libro non esiste. Nessuno conosce i contenuti e men che meno la lingua in cui è stato forse pensato. E allora come sarà mai possibile scrivere queste benedette due righe su qualcosa che non esiste, o almeno di cui nessuno ne conosce l'esistenza?
Io voglio provare a farlo e penso anche che non sia così difficile. Proviamo a pensare a quel libro come ad un sogno che accompagna l'esistenza di ogni persona, di ogni uomo. Proviamo ad immaginare un libro fatto di gesti, di pensieri di parole dette e pensate, di parole immaginate, di parole che volevamo dire e che non abbiamo mai detto. Un libro fatto di gesti, anche piccoli che abbiamo fatto o che abbiamo pensato di fare e non ne abbiamo mai avuto il coraggio. Ai gesti ed alle parole che hanno ferito e che hanno invece strappato un sorriso o un abbraccio.
Un libro fatto di baci che abbiamo dato o pensato di dare, di baci rubati, baci colorati e tutti i baci in bianco e nero che non ci hanno entusiasmato.
Un libro fatto di immagini e di arcobaleni, tante foto incollate su pagine bianche, su fogli di pergamena fabbricati con le nostre mani. Foto a colori e foto color seppia, antiche, alcune sbiadite, bruciacchiate con gli angoli consumati e con dietro la data, che non è quella della scadenza, quelle non scadranno mai, ma la data di nascita, la data in cui si è manifestata ai nostri sensi.
Pensiamo alle persone ed ai destini che sono stati incrociati e che hanno impresso sulle pagine del libro le loro ombre con tutte le scalature di grigio possibili o i loro riflessi fatti di colori scargianti e luminosi.
Penso a questo libro, a questo mio libro ed a tutti gli altri libri che non potrò mai leggere ma solo pensare e sperare che siano tanti.
Penso a questo mio libro ed alle cose che vorrei scrivere di lui e l'unica cosa che mi viene in mente è una canzone che parla della vita e di quanto sia straordinaria. Si perchè l'unica cosa che accompagna bene le parole non sono i gesti e le facce, ma la musica.

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