Letteratura Partecipativa sull’orlo del piacere
Si
parla di “letteratura performativa” in questa storia di appena
cinquanta pagine. Non è un romanzo e neppure un racconto. È una lettera
destinata ad una giovane donna in viaggio in treno da Parigi a La
Rochelle. Su precise istruzioni, compra un copia di “Le Monde” di quel
Sabato 20 luglio e sale sul treno. Si siede nel posto prenotato, apre il
giornale. È una lettera per lei, una lettera così provocante e
sensuale da poter finire in mano ai 600.000 lettori di “Le Monde”.
La voce del narratore si esprime in seconda persona, un tu confidenziale che le detta le regole del gioco: un invito a pensare, visualizzare e compiere gesti erotici, dove l’eccitazione non sta tanto nel gesto in se stesso, ma nel suo procrastinarlo, per fermarsi sull’orlo del piacere.
Il narratore le impone di fermarsi nella lettura, per un tempo preciso, scandito dall’orologio,
ad un’ora e minuti precisi che corrispondo a una tappa del percorso: “Se tutto è andato per il verso giusto, se hai rispettato i tempi indicati, tu stai leggendo questa pagina oggi sabato 20 luglio verso le ore 16.15, e il treno è appena ripartito dopo la fermata di Poitiers.”.
Leggere è come annullare lo spazio e il tempo, portando in contatto scrittore e lettore in un tempo altro, un eterno presente: “Io l’ho scritta a fine maggio, prima di partire per la Russia. Ho scritto a “Le Monde” di fissare la data di pubblicazione”.
Ogni buona storia ha un tempo e uno spazio ben definito. Scrivere e leggere è in definitiva come viaggiare: cosi come al treno che sta giungendo a destinazione, rimangono tre quarti d’ora di viaggio, allo scrittore 5000 caratteri dei 35000 concessi.
Una lettura partecipata da altri lettori di Le Monde che viaggiano nel medesimo convoglio e che condividono la medesima esperienza della destinataria della lettera. Sono anche loro i protagonisti: i viaggiatori di quel treno TGV Parigi-La Rochelle delle ore 14:45 di quel sabato 20 luglio descritto nella storia che stanno leggendo e vivendo, come lo sono del resto anche i lettori del romanzo.
Troppi personaggi ha questa storia, lamenta ad un certo punto il narratore, più avanti nel testo, che non riuscendo più a controllare, decide di lasciare la presa. Però la storia procede comunque e lui, lasciandosi trasportare dall’immaginazione, dà loro libero arbitrio e la richiesta-invito per un sequel performativo e/o interattivo.
La voce del narratore si esprime in seconda persona, un tu confidenziale che le detta le regole del gioco: un invito a pensare, visualizzare e compiere gesti erotici, dove l’eccitazione non sta tanto nel gesto in se stesso, ma nel suo procrastinarlo, per fermarsi sull’orlo del piacere.
Il narratore le impone di fermarsi nella lettura, per un tempo preciso, scandito dall’orologio,
ad un’ora e minuti precisi che corrispondo a una tappa del percorso: “Se tutto è andato per il verso giusto, se hai rispettato i tempi indicati, tu stai leggendo questa pagina oggi sabato 20 luglio verso le ore 16.15, e il treno è appena ripartito dopo la fermata di Poitiers.”.
Leggere è come annullare lo spazio e il tempo, portando in contatto scrittore e lettore in un tempo altro, un eterno presente: “Io l’ho scritta a fine maggio, prima di partire per la Russia. Ho scritto a “Le Monde” di fissare la data di pubblicazione”.
Ogni buona storia ha un tempo e uno spazio ben definito. Scrivere e leggere è in definitiva come viaggiare: cosi come al treno che sta giungendo a destinazione, rimangono tre quarti d’ora di viaggio, allo scrittore 5000 caratteri dei 35000 concessi.
Una lettura partecipata da altri lettori di Le Monde che viaggiano nel medesimo convoglio e che condividono la medesima esperienza della destinataria della lettera. Sono anche loro i protagonisti: i viaggiatori di quel treno TGV Parigi-La Rochelle delle ore 14:45 di quel sabato 20 luglio descritto nella storia che stanno leggendo e vivendo, come lo sono del resto anche i lettori del romanzo.
Troppi personaggi ha questa storia, lamenta ad un certo punto il narratore, più avanti nel testo, che non riuscendo più a controllare, decide di lasciare la presa. Però la storia procede comunque e lui, lasciandosi trasportare dall’immaginazione, dà loro libero arbitrio e la richiesta-invito per un sequel performativo e/o interattivo.
® Marzia Pasticcini
Certaldo, 13 gennaio 2013
Certaldo, 13 gennaio 2013
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