Un poliziesco in salsa operistica
Scrivere romanzi o libri in genere non è facile, non è da tutti e non per tutti. Scrivere qualcosa che abbia successo è ancora più difficile e da talentuosi. Scrivere un giallo li supera in difficoltà, in organizzazione e in genialità.
Questo a mio avviso non solo è un giallo "talentuoso" ma non mi sorprenderebbe se alla fine raggiungesse gli apici del successo che altri colleghi, molto più famosi e di mestiere, hanno ottenuto.
Un giallo scorrevole, senza fronzoli, attuale, liscio e, soprattutto, probabile. E questa non è affatto una caratteristica che banalizza, ma anzi rende credibile tutta una storia che ci tiene in sospeso fino alle ultime pagine.
Ci viene presentata come una trilogia pucciniana, ma su questo punto mi sento di dissentire con profonda convinzione. La storia è unica, una e sola. Dove personaggi che ci vengono presentati come protagonisti diventano comparse nel proseguo della storia e viceversa in una sovrapposizione di vite e di situazioni, di conoscenze e di esistenze.
Una storia con uno strano delitto, in un ambiente di assoluta eleganza e finezza, brillantemente risolto da un Commissario descritto rozzo e quasi incapace fino alla fine quando, con un colpo di coda intuitiva, scopre il misterioso assassino, grazie al fiuto e all'attenzione che mette sui piccoli particolari e dettagli che ne fanno a ragione il titolare di un posto di lavoro difficile e di responsabilità.
L'abilità della scrittrice è stata anche quella di tenere ad arte seminascosto un particolare che alla fine sarà decisivo per ricapitolare il movente e la dinamica.
In realtà è anche una storia di amori. Amori che si lasciano e che si ritrovano, amori che si tradiscono e si feriscono, amori che si ricordano e amori che non ci sono, amori che c'erano e amori che non ci saranno mai.
Insomma storie di ordinaria quotidianità, come già ci aveva fatto assagiare nel suo primo romanzo "La donna che morì bevendo caffè". Per questo le voglio bene.
Un'autrice locale che mi piace pensarla in grande, ai vertici, perchè niente le manca ma tanto ci trasmette.
Buona lettura
Luca
Tre Febbraio Duemilatredici
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